In breve quanto è stato spiegato dal relatore Salvo Bordonare durante l’interessante conferenza:
Gli eventi sismici, che qualcuno stoltamente si ostina ancora a chiamare catastrofi naturali, sono solo una parte delle manifestazioni di una Terra che vive di cui continuiamo ad ignorare le dinamiche interne consolandoci per la rassicurante consistenza del suolo che calpestiamo. Il dato medio giornaliero di circa 40 terremoti al giorno che si manifestano nell’area del nostro paese porta ad un totale annuo di circa 16mila eventi con i quali, ci piaccia o no, ci converrebbe imparare a convivere. Una serie di animazioni, facilmente rintracciabili in rete, consente di comprendere meglio le dinamiche che coinvolgono i magmi all’interno del mantello superiore con gli inevitabili effetti sulla sovrastante crosta terrestre che non può che frammentarsi e muoversi prestandosi ad assumere nel corso del tempo posizioni sempre diverse da cui la “Deriva dei Continenti” sottolineata oggi, come nel passato e come verosimilmente accadrà nel futuro, da eventi sismici e vulcanici che in alcune regioni del mondo assumono un carattere particolarmente accentuato. Nel corso della conferenza si è discusso del ruolo della sismologia e della sua evoluzione da pratica “artigianale” a scienza in grado di fornire strumenti di sintesi molto utili per la costruzione di mappe del territorio in chiave di esposizione al rischio sismico. Colpisce la straordinaria coincidenza tra le mappe della distribuzione del rischio sismico e vulcanico e le mappe della distribuzione della popolazione nel mondo. Altro che starne alla larga! Quel legno storto dell’essere umano ha avuto un’attrazione perniciosa per gli eventi endogeni non disdegnando per i suoi insediamenti gran parte di quelle aree a più alto rischio sismico, prima fra tutte la regione mediterranea che è tra le più esposte al mondo. Non solo! Ha costruito cose mai viste prima: le megalopoli si sviluppano ad un ritmo davvero impressionante e attraggono ormai oltre la metà della popolazione mondiale. Questo è un dato importante per comprendere come mai dagli anni cinquanta del novecento in avanti gli effetti dei terremoti in termini di vittime e distruzioni è andato via, via crescendo. Poiché le caratteristiche dei terremoti sono rimaste pressoché invariate negli ultimi venti milioni di anni è lecito pensare che la ragione di tanta recrudescenza sia dovuta proprio al nostro modo di popolare il mondo. Le reti di servizi che si sviluppano nel sottosuolo delle grandi concentrazioni urbane costituiscono un altro elemento di pericolosità. Oggi la scienza e la tecnica si concentrano dei sistemi di “allarme precoce” che si pongono come obiettivo proprio quello di agire sulle reti di servizi per una efficace messa in sicurezza e la conseguente attenuazione dei rischi. Resta fondamentale lo studio, la formazione e la prevenzione condizione da cui non ci si potrà sottrarre ancora per il futuro.
Non sarà probabilmente mai possibile prevedere il terremoto ma una convivenza sarà sempre più possibile a condizione che si abbia il coraggio di affrontare questa quotidianità con l’attenzione che sin qua non ha mai ricevuto e smettendola una volta per tutte di considerare questi fenomeni catastrofi naturali…